Itpop: appunti per una contestualizzazione del nuovo indie italiano.

itpop analisi calcutta
L’itpop è stato uno dei fenomeni, assieme alla trap, che hanno marchiato a fuoco la scena musicale italiana degli ultimi anni. Gli itpoppers prendono le mosse da una manciata di artisti impegnati a rileggere la tradizione pop nazionale adattandola a un aggiornato gusto indie (Le Luci della Centrale Elettrica, Brunori Sas, Colapesce, Dimartino, Dente), abbandonando quindi gli elementi alternativi più “oppositivi”, controculturali e rock (Teatro degli Orrori, Verdena, ma anche la “grandeur” colta e british dei Baustelle), e innestando elementi di cantautorato classico in un sound disinvolto e contemporaneo, capace di unire poetica del quotidiano a sonorità elettroniche e alla moda, per una versione indie pop di Cesare Cremonini in grado di fornire un’alternativa credibile al volgare circo nazionalpopolare dei talent show. In opposizione alla performance musicale intesa come pura prestazione vocale e costruzione artificiosa del personaggio, le band che conoscono un grande sviluppo a partire dal 2015 (Thegiornalisti, Calcutta, Giorgio Poi, Galeffi, Colombre) adottano uno stile più rilassato e personale che, nonostante rimanga incentrato sul ruolo cruciale del frontman e dell'elemento testuale, è capace di sfoggiare una più peculiare e personale visione d’insieme, optando per un sound di certo non sperimentale ma connesso con le tendenze in voga, ibridato e ricercato, per quanto amatoriale e autoprodotto (almeno nella prima fase). Vocazione pop, sensibilità melodica, romanticismo intimista e lettura critica della contemporaneità: una voluta distanza dai grandi riflettori e la volontà di riconsolidare un rapporto perduto con le rispettive scene locali, con un contesto preciso (non quello virtuale e impersonale dei talent).
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