Dall'Austria con furore: la "Magic Life" dei Bilderbuch

recensione album bilderbuch magic life 2017

Conquistato, appena uscito, il secondo posto nelle classifiche nazionali e sceso ora a una dignitosa quarta posizione, il nuovo album degli austriaci Bilderbuch, "Magic Life", prova a bissare il successo del meraviglioso predecessore, vera bomba di pop sperimentale, mash-up estremo di generi, linguaggi e stili.
Allora, con il bellissimo "Schick Schock", la band stupiva cambiando completamente registro rispetto al massiccio nu-rave di "Die Pest Im Piemont" (che già si distingueva per caparbietà compositiva e stazza sonora), virando verso i territori inesplorati di un fulminante incontro/scontro tra matrici alt-r&b, funky, electro e indie-rock, per pezzi che avevano l'aria di schizofreniche operazioni di cut and paste, di ironici motteggi degli stilemi più patinati in voga nel mainstream. In poche parole: un capolavoro.

Il nuovo album della band viennese non si discosta molto da quegli ingredienti, che anzi ritroviamo tutti anche se rimescolati per mezzo di nuovi dosaggi e incastri: apparentemente caotico, in realtà "Magic Life" è più posato e lineare (se lo sì confronta con il lavoro precedente). Un album più "di genere", potremmo dire, dove alternative r&b e soul la fanno da padroni, con Prince e Kanye West come assi portanti di una scaletta che mastica un sound sinuoso e ammiccante, in cui le "stranezze" sono tutte concentrate in sede di arrangiamento e produzione (ecco l'iniziale disorientamento), lasciando che la scrittura si dipani secondo un mood più rilassato e confortevole (quando in "Schick Schock" erano i brani stessi ad essere frammentari e contorti).

bilderbuch matteo castello immagine
Voce in autotune e sample circolari introducono il groove morbido di "I <3 Stress", dove spicca quella chitarra trattata che sarà marchio di fabbrica di tutto l'album. Proprio le corde di Michael Krammer sono le nuove protagoniste del sound: minimali e nervose, ricordano tanto i King Crimson degli anni Ottanta quanto un Prince ancora più involuto e astratto. L'intervento di Krammer in un brano come "Sweetlove", liquida e stralunata ballata soul, è al contempo sedizioso (con il suo solo rimasticato e tagliuzzato) e sensuale, conferendo al brano una carica davvero magnetica; come è di notevole impatto nella bellissima e sinuosa "Erzähl deinen Mädels ich bin wieder in der Stadt", dove la chitarra liscia il pelo, assieme a una buona manciata di carinerie sonore, all'incedere meccanico e fondamentalmente hip-hop del pezzo.

Che tutto sia più rilassato e pop lo si capisce dallo splendido r&b di "Bungalow", definitivo approdo in territori radio-friendly, con quell'organetto che immerge il brano in un ciondolante sollazzo tropicale, mentre Krammer mima una bizzarra versione di guitar hero, o dalla successiva prova electro-pop di "Sprit n' Soda", conturbante rullo di giustapposizioni ritmico-timbriche (le meccaniche sfuggenti dei beats e i suoni molli di synth e chitarra), o ancora dalla bombastica "SuperFunkyPartyTime" (un titolo che parla da solo).


A fare da contrasto alla relativa linearità dei brani, ecco che le soluzioni stranianti in sede di arrangiamento e produzione non smettono un attimo di stupire e mettere alla prova: le voci filtrate via vocoder un po' dappertutto, i suoni espansi e tremolanti -quel motivo in loop in "Sprit n' Soda", le atmosfere stesse di "Sweetlove"-, gli effetti che deturpano e cambiano i connotati alle texture della chitarra, le velature smooth applicate a "Investment 7" (che potrebbe benissimo essere un pezzo di Frank Ocean); tutto è frutto di un pesante lavoro di lenti deformanti, ogni elemento è processato e metabolizzato in un linguaggio storto e futuristico.

Gli ultimi due brani, le scioltissime e melodiche "Baba" e "sneakers4free", non fanno che ribadire il concetto: i Bilderbuch non scherzano, e rappresentano il meglio che la musica europea possa offrire al momento. Se ne sono accorti, per ora, i paesi mitteleuropei, ma non sarebbe male che anche qui in Italia si iniziasse ad allargare lo spettro dei suoni ritenuti degni di ascolto. Non potrebbe che fare bene a tutti, ascoltatori e musicisti.

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