Da qui si parte, per parlare di "Australe", splendido sophomore del trio Uyuni, composto da Nicola “Lompa” Lombardi, Alice Berni e l'enigmatico addetto alle percussioni e all'elettronica “InserireFloppino”. Otto pezzi che si sviluppano entro una cornice estetica ed espressiva unitaria, creando legami costantemente rinnovati tra poetica faheyana ed ornamenti di elettronica sperimentale. Così, nella prima parte di “Ojos del salar”, i mantra chitarristici di Lombardi si fondono intimamente con i droni e i rumorisimi sullo sfondo, per poi lasciare alle trame aperte della chitarra lo sviluppo del tema, in un progressivo addensarsi sonoro, fino al completamento armonico e ritmico del terzo movimento. E se “Albero” è un agglomerato di grazia folk (con tanto di banjo e chitarre in slide) e di sapiente padronanza delle parole (un'istantanea efficacissima e poetica), “Parallasse” torna alle grandi vedute di marca american primitivism, dedicandosi alla visione onirica e all'espansione psichedelica (soprattutto in un secondo momento di pura estensione kosmische), dispensando generosamente -nell'articolarsi del tema- una fragrante sensibilità melodica. Si procede tra il fiorire folk degli armonici di “Knocknarea”, il blues della soffusa ballata -dove ricompare la voce- “Molte volte niente”, per tornare all'incanto delle accordature aperte di “Qualcosa a cui non pensavi da tempo”, come al solito costruita su un lento crescendo che approfondisce l'iniziale andamento riflessivo in un infittirsi di stratificazioni sonore.
Aperto da “Australe I” e chiuso da “Australe II”, il lavoro del trio Uyuni sviluppa alla perfezione un discorso a tutto tondo, per un affresco vasto, elegante, ricco di profumi e sfumature. Si compie qui un grande lavoro, aprendo almeno due fronti: da una parte si metabolizzano a perfezione tendenze non così scandagliate in Italia (l'american primitivism, il post-rock più sperimentale); dall'altra le si naturalizza in un'espressività originale, ibrida. Il risultato: un album da ascoltare e riascoltare, ed ascoltare ancora.
Recensione tratta da: http://www.storiadellamusica.it/avant_post_rock/post_rock/uyuni-australe(tafuzzy_records_stop_records_dinotte_records_bleu_audio-2014).html
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